Teatro

"Le Vergini" di Levaggi da Miami in prima nazionale a "Milanoltre"

"Le Vergini" di Levaggi da Miami in prima nazionale  a "Milanoltre"

Matteo Levaggi, giovane coreografo e già danzatore italiano al quale la venticinquesima edizione del Festival Milanoltre 2011 Let’s Dance” dedica una sezione dal 13 al 15 ottobre al Teatro Elfo Puccini di Corso Buenos Aires a Milano, è uno di quegli artisti che, nonostante la sua giovane età, sa bene quello vuole. Ed ora, reduce dal Festival di Miami negli Stati Uniti dove ha presentato lo scorso 16 settembre la sua ultima produzione intitolata appunto “Le Vergini”, è pronto a debuttare con questo spettacolo in prima nazionale all’Elfo il prossimo 15 ottobre.

Levaggi, che si è formato e ha mosso i primi passi alla scuola del Balletto Teatro di Torino, distinguendosi per le sue peculiarità di movimento, ha avuto l’occasione e il privilegio di essere stato scelto proprio da Karole Armitage che inaugura il festival di quest’anno, a danzare nei suoi spettacoli.

Levaggi, lei è stato un po’ considerato L’Enfant prodige della nuova coreografia italiana e non a caso  a soli ventidue anni ha  firmato il suo primo lavoro, una Salomè al maschile sensuale e straordinariamente originale. Oggi danza ancora o ha deciso solo di coreografare?
Ogni tanto riesco a ritagliarmi qualche piccolo spazio, ma sono arrivato ad un momento della mia vita in cui ho deciso che sei si vuol far funzionare bene una compagnia, non puoi fare il coreografo, il direttore e anche ballare. Devi concentrarti per forza sulla parte più teorica del lavoro e lasciare la pratica ai danzatori.


Che tipo di preparazione richiede ai suoi danzatori e con quale criterio li sceglie?
Per me è molto importante che abbiano una buona preparazione classica, con me comunque hanno lavorato danzatori di varia estrazione ma anche provenienti anche dalla Scala, però ognuno di loro porta la sua esperienza. Possono essere anche molto diversi fisicamente e dunque è diversa anche la loro dinamica di movimento, di conseguenza il loro modo di muoversi nello spazio dipende molto anche dalla loro fisicità.


Come definirebbe la sua danza, moderna, contemporanea, neoclassica?
La mia concezione della danza è ovviamente contemporanea anche se questo è un termine ormai abusato e comunque la mia ricerca non è sicuramente di tipo narrativo, anche se in passato mi sono ispirato alla vita di pittori come Andy Warhol nel mio balletto “Gee, Andy!” che andrà in scena il prossimo13 ottobre a Milano insieme a “Caravaggio” nel quale mi ispiro alla vita libertina e seducente di questo grande artista. Il balletto porta in scena del grande artista, le luci e le ombre di una straordinaria visione carnale e plastica, violenta e poetica. Ho giocato sul rapporto tra la luce e i corpi di orme libere di costruirsi nella musica come nello spazio, pensando ad un gruppo di giovani che giocano a sedursi uno con l’altro-

Infine, RayMan | DUO remix 2011, è centrato sulla figura dell’artista d’avanguardia, sulla musica di Dj Spooky che mixa grandi autori con musica elettronica in un “ready-made” di grande tensione. Canto bianco in un momento di orizzonte verticale invece è un balletto creato per la Biennale di Venezia nel 2006, su musiche di Steve Reich e Riojy Ikeda è un’opera d’arte astratta, composta di suoni e movimenti invisibili nello spazio.


Ci racconta invece come è nato il progetto di questo nuovo spettacolo intitolato “Le Vergini” che ha debuttato lo scorso 16 settembre negli Stati Uniti al Festival di Miami?
E’ la seconda collaborazione che faccio con gli artisti visivi “Corpicrudi”, dopo “Primo toccare”, "Le Vergini" pone ancora una volta domande su ciò che per noi oggi è la bellezza, la sua caducità e in questo caso, come suggerisce il titolo, con quale consapevolezza ci si pone di fronte a quel preciso momento in cui avviene il passaggio dall'adolescenza a una maggiore consapevolezza del proprio io, fisico e mentale.


E’ vero che per l’elaborazione di questa coreografia si è ispirato a delle pellicole cinematografiche?

Il tema si ispira infatti visivamente a due pellicole di culto, Picnic at Hanging Rock di Peter Weir (1975) e The Virgin Suicides di Sofia Coppola (1999), dove giovani protagoniste spariscono o decidono di suicidarsi, metafora del passaggio dalla vita nella sua stagione più in fiore (bellezza e giovinezza / pre-adolescenza) all’età della consapevolezza che le induce verso la morte nel suo senso più misterico ed onirico.
Questo è un lavoro in controtendenza con i miei precedenti; già dal punto di vista musicale, la scelta pone un accento forte sulla relazione tra movimento, architetture del corpo nello spazio e paesaggio sonoro. La musica evoca la caduta in un sonno profondo, in cui il corpo resta vigile, attento a ogni dettaglio, ma allo stesso tempo avvolgente nella sua semplicità. Danza e suono vivono tra antico e contemporaneo, creando un disegno nello spazio, limpido, attraversato da una forte energia che pulsa sensualmente nei corpi dei danzatori.
 

In che progetto si inserisce "Le Vergini"?

Le Vergini si inserisce nell’omonimo progetto di ampio respiro firmato da “Corpicrudi”, volto ad una ricerca sul valore della bellezza ed interrogativo sulla sua possibile morte, attraverso visioni cristallizzate di trattenuta e rituale sensualità.
Il progetto del duo genovese è stato presentato nel maggio 2011 con la personale degli artisti presso la galleria di arte contemporanea Guidi&Schoen di Genova: accanto ad una serie fotografica e un’installazione video, la presentazione del libro d’arte Le Vergini con immagini di “Corpicrudi”, testi di Claudia Attimonelli (sociosemiotica della musica, visual culture, media studies e fashion theories) e prefazione del poeta, scrittore ed editore Massimo Tantardini. L’impianto scenico e i costumi si caratterizzano per rigore e minimalismo estetico in un rimando ad un sapore altro, antico, quasi senza tempo nella bianca installazione e nel candore dei body e delle mantelline leggere creati da “Corpicrudi”

Le Vergini (prima nazionale) Teatro dell’Elfo ore 21  Sala Shakespeare
musica Pyotr Ilyich Tchaikovsky (estratto da La Bella Addormentata nel bosco),
Hildur Gudnadottir
progetto, scene e costumi CORPICRUDI
testi Claudia Attimonelli dal libro Le Vergini di CORPICRUDI e Claudia Attimonelli
disegno del suono Alessandro Negro
con Kristin Furnes, Manuela Maugeri, Viola Scaglione, Giuseppe Cannizzo, Gert Gijbels,
Vito Pansini
produzione Balletto Teatro di Torino
durata 60 min!